June 16, 2022
Cosa fare in caso di terremoto
Negli ultimi mille anni ci sono stati circa tremila terremoti in Italia, che hanno causato danni più o meno gravi, e di questi, trecento erano di magnitudo maggiore a 5.5. Questi ultimi possono essere molto distruttivi, ed in genere uno ogni dieci anni causa conseguenze catastrofiche in termini di vite umane e distruzione.
Bisogna ricordare che tutti i comuni italiani possono subire danni da terremoti, nonostante quelli potenzialmente più a rischio si concentrino nell’area di nord/est (Liguria occidentale), sull’Appennino settentrionale, centrale e meridionale oltre a Calabria e Sicilia.
Scopri di più sulla situazione sismica italiana.
Relativamente alle costruzioni, sia civili che industriali in particolare, le oscillazioni orizzontali sono le più dannose, per cui interventi antisismici su capannoni prefabbricati e altre tipologie di edifici, mettono al riparo da possibili conseguenze drammatiche (ricordiamo il 20 maggio alle 4,04 del mattino un sisma di magnitudo 5.9 della scala Richter scuoteva l’area di Finale Emilia).
Queste situazioni catastrofiche sono dovute al crollo degli edifici, non per il terremoto in sé stesso.
Il primo fenomeno è controllabile ed evitabile, il secondo è invece inevitabile, poiché è un evento naturale e, in quanto tale, imprevedibile.
Ad oggi, tutti i nuovi capannoni rispettano le normative antisismiche con un importante passo avanti nella prevenzione degli scenari peggiori, ma quelli costruiti antecedentemente al 2009 le cose stanno diversamente; infatti, l’applicazione di tali norme diventa obbligatoria dal 1° luglio 2009, come previsto dalla legge n. 77 del 24 giugno 2009.
Azioni preventive
Il nostro Stato, tramite diverse strutture ad hoc, si adopera costantemente nel migliorare la conoscenza del fenomeno dei terremoti e dei suoi effetti, attua il monitoraggio del territorio con lo sviluppo di studi specifici, politiche di riduzione di vulnerabilità del patrimonio pubblico e privato (vedi la possibilità di detrazione delle spese sostenute per interventi antisismici usufruendo del Sismabonus), gestione delle emergenze, piani di emergenza specifici per enti locali e attività di sensibilizzazione per la popolazione con pubblicazioni e seminari.
In particolare, per le attività produttive, è importante conoscere l’anno di costruzione dei capannoni prefabbricati (con annessi uffici e locali di servizio), oltre che alla tipologia stessa dell’elemento prefabbricato, al materiale con cui è stato costruito, alla tipologia di collegamento tra elementi portanti etc.
Per quanto possibile è necessario mettere in sicurezza gli ambienti con qualche piccolo accorgimento :
- fissare gli scaffali alla parete
- mettere i carichi più pesanti vicino al pavimento
- lasciare sempre libere le vie di fuga previste
- conoscere la posizione dei rubinetti di chiusura del gas e del quadro elettrico generale
- avere l’elenco dei numeri di emergenza da chiamare ( 112, Protezione Civile, Servizio Gas, Servizio E.E. etc )
Azioni nell’immediato
Se ci si trova in un reparto produttivo (come ad esempio all’interno di un capannone prefabbricato ) o in un ufficio presso la sede aziendale, e ci si accorge dell’inizio di una serie di scosse, si devono mettere in atto tutte quante le azioni per gestire nel modo più sicuro l’evento, seguendo scrupolosamente le indicazioni contenute nel piano di emergenza predisposto dal datore di lavoro (ed è indispensabile che ogni lavoratore conosca a priori nel dettaglio quanto contenuto in esso e abbia partecipato alle simulazioni di evacuazione previste dalla normativa vigente).
In ogni caso, in circostanze di terremoto, bisogna sempre ricordarsi di:
- Stare lontano da vetrate e finestre
- Non prendere ascensori o montacarichi (che potrebbero fermarsi a causa dell’interruzione di corrente elettrica)
- Ripararsi sotto una struttura solida ( che a seconda dell’area in cui ci si trova può essere identificata in un tavolo da lavoro se ci si trova in un’officina o una scrivania se si è in ufficio
- Utilizzare le scale interne solo se sono agibili e previste nel piano di emergenza come via di fuga
- Non correre fuori precipitosamente presi dal panico o da isteria, situazione alquanto concreta ma che è possibile mitigare esercitandosi costantemente ed imparando ad agire nel modo corretto
Una volta usciti da un ambiente chiuso bisogna:
- Seguire le indicazioni del percorso indicato dal piano di evacuazione
- Allontanarsi da edifici, alberi, lampioni e linee elettriche, che potrebbero crollare
- Limitare l’uso del cellulare per non sovraccaricare le linee elettriche vicine
- Non utilizzare automobili per allontanarsi dalla zona di raccolta fino al termine delle scosse
- Prestare soccorso a chi ne ha la necessità, ma solo se è in grado di farlo con provate capacità
- Non abbandonare la zona in cui ci si trova senza previa comunicazione a uno dei presenti
- Mantenere sempre la calma per non amplificare l’agitazione generale
La protezione civile in generale, ci insegna le buone pratiche che possono contribuire a mitigare il rischio sismico sia in ambito produttivo che in ufficio, oppure quando ci si trova nella propria abitazione.
È importante affrontare le situazioni di emergenza per quanto possibile in modo preparato, senza improvvisare, ma seguendo le indicazioni ricevute che sono frutto di analisi, studi ed esercitazioni testate.
Prevenire è un fattore fondamentale per la riduzione del rischio sismico, Seriana S.p.A. si impegna da anni per questa tematica, attuando centinaia di interventi antisismici per diverse tipologie di strutture e capannoni prefabbricati.
Per altre constatazioni in tema è interessante il sito della protezione civile. rischi.protezionecivile.gov.it