December 5, 2020
Trent’anni fa il terremoto di Santa Lucia
Un violento terremoto investì la Sicilia orientale causando morti, feriti e molti danni. Trent’anni dopo è bene ricordare quello che è successo per lavorare sulla prevenzione
La notte di Santa Lucia di trent’anni fa in Sicilia la terra tremò causando paura e vittime. Era la notte tra il 12 e il 13 dicembre del 1990 quando, nella zona di Siracusa, la terra iniziò a tremare. La scossa di magnitudo 5.6, avvertita anche nelle province di Ragusa e Catania, durò poco meno di un minuto: un tempo sufficiente per causare molti danni.
L’area maggiormente colpita dal terremoto fu Carlentini, dove alcune abitazioni crollarono causando la morte di dodici persone. Altre vittime morirono a causa della paura per la scossa.
Oltre a Carlentini furono colpite, sebbene con intensità e conseguenze diverse, anche Augusta, Lentini, Melilli, Militello in Val di Catania, Priolo Gargallo, Mineo, Scordia, Palagonia, Siracusa, Caltagirone, Catania e Noto. 6.830 case, 220 edifici pubblici e 54 scuole furono dichiarate inagibili. I feriti furono circa 200 e 12mila gli sfollati.
La scossa dell’01:24 della notte del 13 dicembre, seguita da una scossa di assestamento il 16, ebbe come epicentro il Golfo di Augusta e fu la conseguenza di un movimento della Scarpata Ibleo-Martese, una tra le zone con un potenziale maggiore dell’intero Mediterraneo.
La Sicilia, e più in generale la zona del Mediterraneo, è una delle zone più “movimentate” dal punto di vista sismico e vulcanico del mondo. In quest’ottica è fondamentale procedere con attività di prevenzione laddove il rischio sismico è molto elevato per scongiurare altre tragedie.
La memoria di questi eventi è fondamentale per capire le dinamiche, analizzare le situazioni e ipotizzare le modifiche da apportare per poter essere più sicuri nelle proprie case, al lavoro e in tutti gli edifici pubblici.